K. e S. Kakar - Gli indiani

Editore:
Neri Pozza 2008
Recensione:
Luciana Tufani Editrice - Leggere Donna (n. 137)
novembre-dicembre 2008

In questi anni di grave crisi economica e culturale dell’Occidente, la contemporanea fase di grande sviluppo dei paesi asiatici deve certamente spingerci a cercare di conoscerli meglio nel loro odierno vorticoso divenire, al di fuori dei vecchi stereotipi sul fascino e sulle incongruenze dell’Oriente.
Per questo ho trovato davvero utile e stimolante la lettura di Gli Indiani: ritratto di un popolo, un libro segnalatomi da un’amica tedesca che ha riscosso notevole successo nei paesi anglosassoni. Opera del noto romanziere e psicanalista Sudhir Kakar, e di sua moglie, l’antropologa Katharina Poggendorf (entrambi grandi conoscitori dei classici della letteratura indiana, Mahabharata e Kamasutra, e del folklore popolare) é un saggio approfondito, illuminante e di facile lettura sulla natura dell’identità indiana.
Ci si chiede infatti: in un sub-continente popolato da quasi un miliardo di persone, divise tra induisti, mussulmani, sikh, cristiani, giainisti, che parlano 14 lingue differenti e vivono in regioni con caratteristiche contrastanti, cosa rende un indiano così chiaramente riconoscibile sia al resto del mondo che ai suoi stessi compatrioti?
Come si può ritenere che esistano tratti comuni in una popolazione divisa in caste e caratterizzata da una varietà etnica che si addice più a un impero del passato che non a un moderno stato nazionale? Eppure sin dall’antichità molte affinità apparivano evidenti in questo crogiuolo di popoli.
Scriveva il Pandit Nehru nel 1942: “Esiste uno spirito peculiare dell’India, che rimane impresso in tutti i suoi figli, per quanto grandi siano le diversità esistenti fra loro”.
Guardando quindi a ciò che costituisce la comune identità indiana gli autori esaminano in dettaglio il predominio di famiglia, comunità e casta nella vita quotidiana, l’atteggiamento verso il sesso e il matrimonio, con particolare attenzione verso la condizione femminile, ed infine i pregiudizi e le idiosincrasie verso il diverso.
Quali appaiono quindi gli elementi chiavi che costituiscono l’indianità? I Kakar ne individuano diversi, ma i principali sono certamente due, la concezione dei rapporti tra persone in generale e dei rapporti familiari in particolare derivante dall’istituzione della famiglia allargata, e la visione profondamente gerarchica delle relazioni sociali influenzata dall’istituzione delle caste.
É importante peró sottolineare come la società indiana nel corso della storia sia stata caratterizzata da un costante fermento grazie ai processi di trasformazione e assimilazione innescati dal confronto con altre civiltà, come é accaduto in età medioevale con l’avvento dell’Islam, e nel recente passato con il colonialismo europeo. La tempesta della globalizzazione che sta attualmente investendo il paese é quindi solo l’ultimo di una lunga serie di incontri tra culture.
Sulla scorta di tre decenni di attività di studio e di ricerca, i coniugi Kakar hanno prodotto un esauriente e originale ritratto del popolo indiano, suggestivo nella scrittura a quattro mani, dove si individuano facilmente le tracce di Katharina, studiosa di storia delle religioni (vedi il bel capitolo sui rapporti tra indù e mussulmani) e attenta alle problematiche femminili, mentre la formazione di analista freudiano di Sudhir balza agli occhi dove si parla di sesso e di famiglia (a quanto pare anche gli indiani se hanno denaro vanno in analisi! É ovvio, ma non l’immaginavo...). Un libro piacevole quindi ed istruttivo insieme, che può aiutarci un po’ a capire una realtà che si sta avvicinando sempre più a noi, interagendo non solo in campo culturale e spirituale ma anche scientifico e tecnico; ai viaggiatori in cerca di facile esotismo, ai figli dei fiori di non lontana memoria si sono sostituiti infatti gli informatici e gli ingegneri che compiendo il cammino inverso popolano ormai i centri di ricerca e le aziende di tutto il mondo.