Åsa Larsson - Finche' sara' passata la tua ira
25/marzo/2012
traduzione di Katia De Marco, Marsilio, Venezia 2011, pp. 310, euro 12,50.
É diventato difficile orientarsi nell’ampio panorama del giallo scandinavo, genere letterario da qualche anno in gran voga, molto frequentato dalle donne, sia come autrici che come lettrici.
Mi hanno però favorevolmente colpita i libri di Åsa Larsson che Marsilio ha recentemente ristampato nei tascabili. Si tratta di quattro romanzi usciti in rapida successione tra il 2003 e il 2008. Il primo Tempesta solare é subito diventato un best seller internazionale, seguito da Il sangue versato, primo premio dell’Accademia svedese del gialli, da Sentiero nero ed infine da Finché sarà passata la tua ira.
Protagoniste di questo ciclo di racconti sono due donne: l’ispettore di polizia Anna Maria Mella e l’avvocatessa Rebecka Martinsson. Disegnate con finezza psicologica, la due hanno caratteri originali e inconsueti, tra loro complementari. La poliziotta si divide tra il suo lavoro, svolto con passione e competenza e una numerosa famiglia con ben quattro figli, mentre Rebecka sensibile e riservata fatica a uscire da alcuni dolorosi traumi.
Caratteristiche dei gialli della Larsson sono l’accuratezza nello studio dei caratteri e la descrizione vivida e appassionata dell’ambiente naturale e umano in cui si svolge l’azione. Non é tanto la suspance, quanto il quadro in cui la storia si dipana ad avvincere il lettore.
I romanzi si svolgono infatti in Lapponia, nel nord della Svezia, sua regione d’origine: si tratta di una terra dura, che ci viene descritta con realismo. Agli aspetti fiabeschi, fatti di paesaggi innevati, enormi foreste, laghi scintillanti, vengono accomunati quelli negativi, i nugoli di zanzare l’estate, il gelo spaventoso d’inverno, il fango che in primavera impregna per settimane il terreno e il buio che incombe a lungo su tutto, incupendo il cuore degli uomini. Solo chi vi é nato é capace di affrontare i trenta giorni di continua notte polare e poi i due mesi di luce continua agli inizi dell’estate, senza perdere i ritmi sonno veglia e con essi l’equilibrio e la ragione.
É una Svezia assai diversa da quella che immaginiamo abitualmente, un paese fatto di piccole località sparse su enormi estensioni, abitate da uomini duri come la terra su cui vivono, spesso violenti, che da secoli sopravvivono in una natura ostile e crudele. Sono uomini che hanno come principale passatempo la caccia, abituati al sangue e ad apprezzare soprattutto la forza fisica. Si tratta quindi di una società chiusa, necessariamente maschilista, che fatica più di altre ad aprirsi al nuovo.
È la Svezia profonda che nel secolo scorso soffriva fame e miseria al punto di scegliere l’emigrazione negli USA (più di un milione di svedesi, un quinto della popolazione di allora) prima che il boom dell’acciaio risollevasse il paese.
Di questa gente spesso rozza, ma anche coraggiosa e vitale, la Larsson ci da un ritratto imparziale ma partecipe.
Quello che però più mi ha colpita soprattutto nel secondo libro, Il sangue versato, forse il migliore della serie, é stato il suo rapporto con la natura e con gli animali.
I cani soprattutto, da sempre i principali alleati degli uomini del grande Nord. Ci sono cani in tutti i romanzi, a volte amati e accuditi, a volte maltrattati e seviziati, come purtroppo sempre accade quando sono nelle mani degli uomini. Ed anche i lupi; una in particolare, Zampe gialle, é protagonista di diversi brevi capitoli, che con una piacevole trovata letteraria fungono da siparietti, dividendo il romanzo in diverse parti. Il branco, le dinamiche tra i suoi membri, la foresta in cui vivono sono descritti con piacevolezza e tutti facciamo il tifo per la lupa che, avverto subito le amanti degli animali, per fortuna non finisce male.
Nell’ultimo romanzo l’avvocatessa, diventata procuratore a Kiruna, il capoluogo della Lapponia, indaga sulla morte di due giovani, Wilma e Simon, annegati nel lago Vittangijàrvi mentre erano alla ricerca del relitto di un aeroplano precipitano anni prima. Mentre stavano nuotando sul fondo (si sono immersi all’interno di un lago gelato!) qualcuno ha chiuso con una porta di legno l’apertura scavata nel ghiaccio impedendo loro di tornare in superficie. Quando dopo mesi il cadavere di Wilma viene scoperto, Rebecca sa che non si è trattata di una disgrazia e assieme all’ispettore Anna-Maria Mella comincia a indagare alla ricerca di una verità nascosta dietro il silenzio di una famiglia che da lunghi anni custodisce un segreto crudele, risalente agli anni della seconda guerra mondiale. Anche stavolta quindi l’interesse non si concentra solo sul semplice intreccio poliziesco ma anche sulle notizie riguardo un episodio della storia europea, la controversa neutralità della Svezia, assai poco conosciuto.
É diventato difficile orientarsi nell’ampio panorama del giallo scandinavo, genere letterario da qualche anno in gran voga, molto frequentato dalle donne, sia come autrici che come lettrici.
Mi hanno però favorevolmente colpita i libri di Åsa Larsson che Marsilio ha recentemente ristampato nei tascabili. Si tratta di quattro romanzi usciti in rapida successione tra il 2003 e il 2008. Il primo Tempesta solare é subito diventato un best seller internazionale, seguito da Il sangue versato, primo premio dell’Accademia svedese del gialli, da Sentiero nero ed infine da Finché sarà passata la tua ira.
Protagoniste di questo ciclo di racconti sono due donne: l’ispettore di polizia Anna Maria Mella e l’avvocatessa Rebecka Martinsson. Disegnate con finezza psicologica, la due hanno caratteri originali e inconsueti, tra loro complementari. La poliziotta si divide tra il suo lavoro, svolto con passione e competenza e una numerosa famiglia con ben quattro figli, mentre Rebecka sensibile e riservata fatica a uscire da alcuni dolorosi traumi.
Caratteristiche dei gialli della Larsson sono l’accuratezza nello studio dei caratteri e la descrizione vivida e appassionata dell’ambiente naturale e umano in cui si svolge l’azione. Non é tanto la suspance, quanto il quadro in cui la storia si dipana ad avvincere il lettore.
I romanzi si svolgono infatti in Lapponia, nel nord della Svezia, sua regione d’origine: si tratta di una terra dura, che ci viene descritta con realismo. Agli aspetti fiabeschi, fatti di paesaggi innevati, enormi foreste, laghi scintillanti, vengono accomunati quelli negativi, i nugoli di zanzare l’estate, il gelo spaventoso d’inverno, il fango che in primavera impregna per settimane il terreno e il buio che incombe a lungo su tutto, incupendo il cuore degli uomini. Solo chi vi é nato é capace di affrontare i trenta giorni di continua notte polare e poi i due mesi di luce continua agli inizi dell’estate, senza perdere i ritmi sonno veglia e con essi l’equilibrio e la ragione.
É una Svezia assai diversa da quella che immaginiamo abitualmente, un paese fatto di piccole località sparse su enormi estensioni, abitate da uomini duri come la terra su cui vivono, spesso violenti, che da secoli sopravvivono in una natura ostile e crudele. Sono uomini che hanno come principale passatempo la caccia, abituati al sangue e ad apprezzare soprattutto la forza fisica. Si tratta quindi di una società chiusa, necessariamente maschilista, che fatica più di altre ad aprirsi al nuovo.
È la Svezia profonda che nel secolo scorso soffriva fame e miseria al punto di scegliere l’emigrazione negli USA (più di un milione di svedesi, un quinto della popolazione di allora) prima che il boom dell’acciaio risollevasse il paese.
Di questa gente spesso rozza, ma anche coraggiosa e vitale, la Larsson ci da un ritratto imparziale ma partecipe.
Quello che però più mi ha colpita soprattutto nel secondo libro, Il sangue versato, forse il migliore della serie, é stato il suo rapporto con la natura e con gli animali.
I cani soprattutto, da sempre i principali alleati degli uomini del grande Nord. Ci sono cani in tutti i romanzi, a volte amati e accuditi, a volte maltrattati e seviziati, come purtroppo sempre accade quando sono nelle mani degli uomini. Ed anche i lupi; una in particolare, Zampe gialle, é protagonista di diversi brevi capitoli, che con una piacevole trovata letteraria fungono da siparietti, dividendo il romanzo in diverse parti. Il branco, le dinamiche tra i suoi membri, la foresta in cui vivono sono descritti con piacevolezza e tutti facciamo il tifo per la lupa che, avverto subito le amanti degli animali, per fortuna non finisce male.
Nell’ultimo romanzo l’avvocatessa, diventata procuratore a Kiruna, il capoluogo della Lapponia, indaga sulla morte di due giovani, Wilma e Simon, annegati nel lago Vittangijàrvi mentre erano alla ricerca del relitto di un aeroplano precipitano anni prima. Mentre stavano nuotando sul fondo (si sono immersi all’interno di un lago gelato!) qualcuno ha chiuso con una porta di legno l’apertura scavata nel ghiaccio impedendo loro di tornare in superficie. Quando dopo mesi il cadavere di Wilma viene scoperto, Rebecca sa che non si è trattata di una disgrazia e assieme all’ispettore Anna-Maria Mella comincia a indagare alla ricerca di una verità nascosta dietro il silenzio di una famiglia che da lunghi anni custodisce un segreto crudele, risalente agli anni della seconda guerra mondiale. Anche stavolta quindi l’interesse non si concentra solo sul semplice intreccio poliziesco ma anche sulle notizie riguardo un episodio della storia europea, la controversa neutralità della Svezia, assai poco conosciuto.