Partigiane della libertà - a cura di Vera Bessone e Massimo Roccaforte

Partigiane
NFC edizioni, Rimini, 2015
Luciana Tufani Editrice - Leggere Donna (n. 168)

Per caso ieri, curiosando in libreria, mi è caduto l’occhio sulla copertina di questo volume, Partigiane della Libertà, una copertina che conoscevo bene, ma che collegavo a ricordi di tanti anni fa, a un diverso periodo della mia vita e soprattutto della storia del nostro paese. Ho poi constatato che si tratta della ristampa, edita oggi in occasione del settantesimo anniversario della fine della guerra, di una precedente pubblicazione curata dalla sezione centrale stampa e propaganda del Pci datata 1973 nel trentennale dell’inizio della Resistenza.
Il libro, mai distribuito in libreria,
raccoglieva fotografie, scritti, documenti e manifesti originali risalenti al biennio 1943-1945, durante il quale l’Italia fu attraversata e devastata dalla guerra di resistenza all’occupazione nazifascista.
Vi vengono riportate numerose biografie e memorie delle donne che furono protagoniste degli eventi bellici, accompagnate da un’importante ricostruzione storica del periodo e da alcuni saggi, tra cui tra cui voglio sottolineare il particolare interesse che presentano quelli di Giancarlo Pajetta, Nadia Spano e Adriana Seroni. Attraverso i loro scritti viene restituito alle donne quel ruolo fondamentale nella politica italiana che, prima della guerra di Resistenza, non aveva mai potuto concretizzarsi.
A 30 anni dal 25 aprile 1973 torna quindi un testo che, tra i vari pregi, ha quello di porre come prioritaria la questione femminile durante e dopo la guerra.
L’importante apparato iconografico, le testimonianze di protagonisti e politici, e soprattutto i rari reperti e materiali d’archivio come volantini e manifesti d’epoca, rendono questa pubblicazione preziosa agli occhi di chi oggi si interroga sulla nascita della Repubblica.
Mi riferisco in particolare alle generazioni nate dopo gli anni ’60; non a caso Roccaforte, il curatore della nuova edizione che nel ’73 aveva tre anni scrive nella sua introduzione:
- Nella semplificazione teorica e militante su cui avevo costruito il mio immaginario di Resistenza, la guerra di liberazione era stata cosa di pochi (uomini) e quasi sempre solo comunisti.
Restituire alle donne il proprio fondamentale ruolo nella lotta partigiana e nella fondazione politica della Repubblica Italiana è stato quindi il motivo fondamentale che ha spinto gli autori a ripubblicare questo libro, che contiene decine di storie di donne e l’elenco corredato dalle motivazioni di tutte le medaglie d’oro al valor militare e delle stelle d’oro delle brigate Garibaldi loro attribuite.
Un breve capitolo è dedicato anche alla stampa femminile clandestina. Sono riportate le testate di
La Difesa della Lavoratrice, In Marcia, Noi Donne, La Voce delle Donne.
Purtroppo, ed è questo l’unico appunto che mi sento di fare, trattandosi di una ristampa anastatica la qualità delle immagini è molto mediocre. Ho scovato nel fondo della mia biblioteca il volume originale, che sapevo di avere ma di cui non riesco a ricordare la provenienza, mettendolo a confronto con la nuova edizione: le foto risultano ancor più sgranate. Probabilmente non esistono più i vecchi cliché, ma trattandosi di fotografie in alcuni casi uniche e significative, forse verrebbe la pena di fare una ricerca negli archivi dell’Unità, dalla cui tipografia abituale proviene il testo originale, per poterle restaurare prima che l’azione del tempo le cancelli definitivamente.
Nella parte finale il volume è corredato anche da alcuni disegni di Renato Guttuso, per gentile gratuita concessione dell’autore. Uno bellissimo, è stato usato per la copertina; il maestro ne curò personalmente la grafica, sovrapponedo due immagini femminili in nero e seppia con un effetto di rara eleganza. Purtroppo nella attuale edizione campeggia una singola figura di donna in rosso lacca; è l’unica differenza e non me ne spiego le motivazioni.
Bellissima nell’ultima pagina campeggia una poesia di Alfonso Gatto, scritta nel 1946, che termina con parole piene di speranza:
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto